Uno dei luoghi più belli del mondo, un’isola nell’OceanoPacifico. I cavalli selvatici giocano sulle spiagge rincorrendosi e combattendo l’un l’altro per la supremazia nel territorio. Resti di ceppi di ferro degli schiavi rimangono sulla riva incontaminata. Sembrano vecchi ma in realtà potrebbero essere appena stati abbandonati. Un uomo indonesiano di 40 anni con i suoi riccioli scuri, Jeremy Kewuan cammina a piedi nudi sulla spiaggia, legge e recita un’antica poesia sul suo smartphone: “Quando sono tornato a casa, subito dopo essere stato messo al mondo da mia madre, ho visto una goccia di sangue. Sono protagonista di un’avventura di cui non so nulla: Chi si aggrappa al dolore e chi no? Sono andato a cercare risposte per decifrare il passato. Non c’è presente né futuro. Ho guardato verso il basso e ho visto un libro scritto col sangue, un sangue di colore blu. All’inizio il poema è un inno alla bellezza dell’isola e ai miti dei re Maramba che regnarono in un glorioso passato… ma anche al loro modo di trattare i ceti popolari, che consideravano una razza inferiore. Jeremy poi fa una riflessione sul presente con un commento sarcastico: “Esisterà un futuro per “Sumba” fin quando la sua dottrina sarà mantenuta in vita?”. Jeremy alza lo sguardo. Un aereo passeggeri sorvola la spiaggia e sta per atterrare. Una giovane donna, presa in custodia dalle suore, viene accompagnata verso l’aeroporto. Entra in macchina, si siede dietro, nascondendosi dalla vista degli altri. La suora sta guidando e Jeremy sta filmando tutto, è seduto davanti come se fosse un passeggero. Sulla strada capanne monumentali fatte di foglie essiccate formano un baldacchino… La gente vive ancora li in modo tradizionale. L’auto arriva al paese di Rina e tutti escono, ad accoglierli c’è una famiglia numerosa e festante. La suora si avvicina a loro, rivolgendosi al padre della piccola, e a tutti gli abitanti del villaggio: “Non vendete i vostri figli ad estranei, come fossero merce… Questo è quello che hanno fatto a Rina, malata, maltrattata e abusata. È solo una bambina”. Questa è “Slave Island”.
Prodotto da: Harald House
Se fate i bravi
“Se fate i bravi” è un diario delle giornate fra il 19 e 21 luglio 2001 a Genova. Erano i giorni di un vertice fra gli otto Stati più potenti della Terra. Qualche centinaio di persone che si riunivano per decidere il destino del pianeta e centinaia di migliaia di persone sono andate a Genova per contestare pacificamente quel modello di sviluppo predatorio e ingiusto, e proporne un altro. A quel sogno e a quella protesta rispose la più grave sospensione dei diritti democratici in Occidente dopo la Seconda guerra mondiale, come l’ha definita Amnesty International. È quello che è successo agli autori e ai testimoni del film, i quali vent’anni dopo hanno sentito l’esigenza di raccontare. Il film è tutto un lungo racconto, un diario momento per momento, svolto vent’anni dopo da Evandro Fornasier.
A partire dall’8 novembre 2022 il film è stato distribuito in 100 sale in tutta Italia. è stato selezionato dalla FICE (Federazione Italiana Cinema d’Essai) nella rassegna Racconti Italiani. “Se fate i bravi” è stato poi selezionato dall’Arci nel circuito sale. Infine, è stato inserito nella rassegna AstraDoc di Napoli nella sezione “Viaggi nel cinema del reale”.
“Se fate i bravi” è patrocinato da Amnesty International – Italia”